Impianto idrico a Trento - Studio Boni

Impianto idrico a Trento

Cos'è l'impianto idrico?

L'obiettivo dell'impianto idrico è quello di portare acqua fredda e calda per uso sanitario, dalla fonte principale a ogni punto di erogazione nella casa, e di smaltire la stessa dopo l'uso. Grazie a un impianto essenziale per le case moderne, l'impianto idrico-sanitario, possiamo avere acqua potabile, anche calda se necessario, quando apriamo il rubinetto di casa nostra.

Gli impianti idrici assicurano un approvvigionamento continuo di acqua potabile, destinata al consumo quotidiano per ogni tipo di esigenza. Per questo l'impianto idraulico è caratterizzato da un sistema di tubi e condutture che alimentano i sanitari del bagno, il lavandino, bidet, doccia, la lavatrice, il lavandino della cucina e la lavastoviglie.

Dalla rete pubblica, situata sotto il terreno, e tramite una rete di tubi, valvole e pompe, l'acqua potabile arriva direttamente nella nostra casa, sia essa una singola abitazione oppure l'appartamento di un condominio, per soddisfare qualsiasi tipo di esigenza: fornimento di acqua potabile o per cucinare, per lavare le stoviglie o i vestiti oppure per l'igiene personale.

Da cosa è composto l'impianto idrico?

Lo schema di un impianto idrico comprende principalmente:
• dispositivi per il trattamento dell'acqua;
reti per il trasporto e la fornitura dell'acqua con i rispettivi componenti, come possono essere i contatori, il regolatore di pressione, i rubinetti di arresto e le valvole. Dalla fonte principale, solitamente corrispondente a un acquedotto, un pozzo o un serbatoio, parte la rete che va a servire i diversi gruppi di consumo;
• se richiesto, gruppo per l'innalzamento della pressione idrica, come ad esempio un impianto autoclave;
generatori di acqua calda sanitaria;
reti per lo smaltimento delle acque reflue.

Impianto idrico: il trattamento dell'acqua

Un approvvigionamento continuo di acqua potabile è garantito dagli impianti idrici; per questo motivo, è essenziale prestare la giusta cura alla qualità dell'acqua che viene usata per il consumo sanitario, tenendo conto che può essere compromessa da agenti esterni di natura chimica o microbiologica. L'obiettivo primario di chi progetta, installa, opera e si occupa della manutenzione delle reti di distribuzione idrica deve essere proprio quello di conservare una buona qualità dell'acqua.

Per evitare che l'acqua potabile possa danneggiare le tubature e gli elettrodomestici che ne usufruiscono, a causa della presenza di alcune sostanze come possono essere i più comuni sali che formano le tipiche incrostazioni, è possibile intervenire sul suo trattamento prima che venga erogata. In questo modo, si riduce la presenza di elementi nocivi che possono compromettere la qualità dell'acqua.

In base alle necessità, l'acqua può essere trattata con diverse apparecchiature:
• i filtri di depurazione dell'acqua: che eliminano la sabbia e gli elementi solidi presenti nell'acqua;
• i dosatori di polifosfati: che aggiungono all'acqua sali stabilizzatori capaci di impedire la formazione di incrostazioni da sali e corrosioni;
• gli addolcitori: che rendono solubili i sali incrostanti grazie all’azione di resine scambiatrici di ioni.

Impianto idrico: reti di adduzione e distribuzione

Inizialmente, è opportuno precisare che un impianto idrico è composto da:
• un sistema di alimentazione o di fornitura, più comunemente chiamato come sistema di adduzione, formato da reti, componenti e apparecchiature che assicurano l'arrivo e la distribuzione dell'acqua calda e fredda ai diversi punti di consumo di una casa o edificio;
• un sistema di scarico, che consente l'eliminazione delle quantità necessarie a coprire le necessità dell'utenza.

Per ottenere l'acqua in un’abitazione si effettua il collegamento dell'impianto idrico alla rete pubblica dell'acquedotto con un contatore o misuratore installato dall'ente responsabile della fornitura. Nella rete primaria la pressione è di 5-6 bar per consentire di arrivare ai piani più elevati degli edifici, mentre nelle condutture di distribuzione dell'acqua nell'edificio la pressione non deve eccedere i 3 bar per prevenire rumore ed eventuali rotture nelle condutture. A questo scopo si installa un regolatore di pressione che mantiene la pressione stabilita e viene posizionato a monte della rete di distribuzione interna e a valle del misuratore. Nel caso in cui la pressione dell'acqua dovesse essere insufficiente, è possibile installare un sistema di innalzamento ausiliare, denominato autoclave.

Nel caso in cui l'area in cui si trova l'abitazione sia priva di collegamenti alla rete idrica, un modo per far arrivare l'acqua è quello di scavare delle perforazioni che raggiungono le falde sotterranee. In alternativa, è possibile sfruttare l'acqua proveniente dalle precipitazioni che viene poi sottoposta a determinati processi per renderla adatta al consumo sanitario.

Sistemi autoclave

Per garantire l'approvvigionamento idrico ai piani più elevati di un edificio, a volte è necessario ricorrere a sistemi di sollevamento supplementari, come l'autoclave, un recipiente metallico sigillato al cui interno è presente un compressore che immette aria nella cisterna per evitare variazioni di pressione e consentire all'impianto di operare al massimo delle sue capacità. Solitamente, l'autoclave funziona in combinazione con una elettropompa di soprelevazione che ha la funzione di portare l'acqua fino all'ultimo piano dell'edificio.

Tubazioni

Per portare l'acqua ai vari piani dell’abitazione o degli edifici e alle utenze, la rete di distribuzione si compone di tubazioni orizzontali e verticali, dette rispettivamente di distribuzione e di montante, e di valvole per interrompere il flusso.

I materiali usati per le reti idriche sono solitamente l'acciaio zincato, il rame, un materiale eccellente e di lunga durata, e i materiali plastici, più nello specifico il polietilene atossico per l'acqua potabile e il polipropilene. L'acciaio zincato è utile a prevenire la corrosione per ossidazione e per far resistere le tubature alle sollecitazioni provocate dall'acqua in pressione. Le materie plastiche, invece, offrono vantaggi dal punto di vista del montaggio, che con l'utilizzo di questi materiali richiede minor tempo ed è caratterizzato da maggiore leggerezza e praticità.

Per impedire le perdite di calore, tutte le reti devono essere isolate termicamente, indipendentemente dal tipo di materiali di cui sono fatte. Le tubature sono coperte con materiali isolanti che hanno lo scopo di proteggerle dalla corrosione, di evitare la formazione di condensa esterna per le condutture di acqua fredda o la fuoriuscita di calore per quella di acqua calda.
Inoltre, riducono i rumori e le vibrazioni provocate dal flusso dell'acqua a pressioni elevate.

Contatori

Per poter calcolare il consumo di acqua di ogni utenza, ogni edificio che si allaccia alla rete pubblica deve avere un contatore. Questo apparecchio viene posizionato di solito all'ingresso esterno del fabbricato che riceve la fornitura di acqua, così che l'ente può verificare periodicamente i consumi senza dover accedere alle singole abitazioni. Il principale compito del contatore, quindi, è quello di registrare la quantità di acqua utilizzata da ogni utenza.

Impianto idrico: la produzione di acqua calda sanitaria

Impianto idrico: la produzione di acqua calda sanitaria

Per riscaldare l'acqua a una temperatura adeguata alle diverse esigenze domestiche, è necessario dotare l'impianto idrico sanitario di un dispositivo che genera calore, come può essere una caldaia o una pompa di calore. L'acqua calda che viene prodotta può essere così impiegata per vari scopi, come la doccia e il lavandino, o per alimentare l'impianto termico che utilizza l'acqua come fluido termovettore, come nel caso dei termosifoni o dei radiatori, dei ventilconvettori o degli efficaci pannelli radianti, che possono essere installati a pavimento, a parete o a soffitto.

Per ottenere l'acqua calda sanitaria si possono utilizzare due tipi di sistemi:
Sistema istantaneo: l'acqua calda viene fornita solo al momento della richiesta e si ottiene mediante uno scambiatore di calore interno o esterno alla fonte di calore, come può essere ad esempio una caldaia;
Sistema ad accumulo: l'acqua calda viene immagazzinata in un serbatoio apposito, denominato appunto serbatoio di accumulo. In questo sistema, l’acqua calda può essere erogata anche in un secondo momento da quando viene generata.

Reti di scarico

Un sistema di tubazioni, giunti e dispositivi che raccolgono, trasportano ed eliminano le acque usate provenienti dagli apparecchi igienici domestici costituiscono quello che comunemente viene chiamato impianto di scarico. Le acque che scorrono all'interno di questa rete sono quelle che escono da lavandini, wc, docce, vasche, lavelli della cucina, e che quindi devono essere portate fuori dall'abitazione. Le reti di scarico devono garantire l'eliminazione, veloce e senza accumuli, delle acque di scarto verso il sistema di smaltimento esterno. Per questo motivo vengono create le pendenze adeguate e selezionate dimensioni appropriate per i tubi, i quali devono essere resistenti alle sollecitazioni meccaniche, termiche e alle azioni corrosive dei liquami.

Le acque reflue di tipo domestico sono quelle acque che hanno origine da abitazioni o edifici residenziali e che dipendono principalmente dalle attività che vengono svolte in casa. Queste acque si possono suddividere in:
acque nere: che sono il risultato dello smaltimento di materiali biologici provenienti dagli impianti sanitari, soprattutto il wc;
acque grigie saponose: che sono composte da sapone e detergenti, e cioè quelle che provengono per esempio dal rubinetto, bidè, lavandino, lavapiatti, lavatrice o dalla doccia;
acque bianche: le acque originate da fenomeni atmosferici;
acque grasse: che hanno origine dalle cucine.

Le componenti della rete di scarico

Gli elementi essenziali che compongono un impianto di scarico all'interno di abitazioni e strutture sono i seguenti:
sifone: apparecchio collegato direttamente agli impianti idraulici sanitari che serve a bloccare il flusso di odori sgradevoli tramite una chiusura idraulica;
diramazione di scarico: condotto di andamento principalmente orizzontale che unisce gli impianti idraulici sanitari a una colonna di scarico o a un collettore di scarico;
colonna di scarico: condotto di andamento principalmente verticale che trasporta le acque usate provenienti dagli impianti idraulici sanitari;
collettore di scarico: condotto sub-orizzontale, posato in vista all'interno di un edificio o nascosto, al quale sono connessi le colonne di scarico o gli impianti idraulici sanitari del piano terra. Questi condotti raccolgono le acque di scarico delle colonne e le indirizzano ai sistemi di smaltimento, come può essere una fognatura pubblica, un pozzetto depuratore, ecc.;
colonna di ventilazione: condotto prevalentemente di andamento verticale, connesso a una colonna di scarico, che ha la funzione di limitare le variazioni di pressione all'interno di quest'ultima.

Per favorire il deflusso, la rete di tubazioni orizzontale è montata con una leggera inclinazione. La rete di scarico non deve entrare in contatto con l'aria interna degli ambienti e quindi le aperture devono essere sigillate con valvola idraulica a sifone. Tale sistema di tubazione deve garantire il corretto deflusso delle acque e il loro trasporto alla rete fognaria.

Inoltre, per garantire il deflusso dell'acqua nell'impianto, è necessario che i liquami si muovano per gravità atmosferica: ciò significa che scivolano verso il basso per forza di gravità. Di conseguenza, tutte le diramazioni orizzontali o inclinate devono avere una pendenza in direzione dell'efflusso.

Per il funzionamento dell'impianto, è necessario installare dei condotti che, mediante un'entrata e un'uscita, assicurano un costante flusso d'aria. La ventilazione svolge il duplice ruolo di garantire una buona areazione e di aiutare a preservare l'equilibrio delle pressioni nel sistema di scarico.

Per evitare problemi di intasamento dei canali che causerebbero emissioni di odori sgradevoli verso le abitazioni, rumore eccessivo di deflusso e formazione di schiuma, le condutture che trasportano i reflui e li indirizzano nei collettori devono avere dimensioni adeguate, con diametri idonei.

Impianto idrico a Trento e provincia: affidati a Studio Boni

Professionalità, esperienza e innovazione rappresentano la filosofia di Studio Boni, concentrandosi anche sulla progettazione di impianti idrici a Trento e provincia, con una vasta gamma di servizi.

Offriamo servizi di approvvigionamento idrico, recupero delle acque piovane e progettazione di impianti idrico-sanitari di uso civile ed industriale. Ci occupiamo dello sviluppo di impianti centralizzati destinati alla produzione di acqua calda sanitaria e della relativa distribuzione dell’acqua calda sanitaria.

La nostra esperienza pluriennale nel settore degli impianti idrici ci ha permesso di acquisire una vasta conoscenza delle più recenti tecnologie e metodologie. Siamo costantemente aggiornati sulle ultime innovazioni, in modo da offrirvi soluzioni all'avanguardia e allineate alle normative vigenti.